Scatoloni aperti con capi piegati ordinatamente pronti per la valutazione dello stock
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Come valutare e vendere uno stock di abbigliamento dopo la chiusura del negozio

Guida pratica alla valutazione reale (non “contabile”) di uno stock misto: cosa incide sul prezzo, a chi interessa davvero e come evitare stime ottimistiche.

Quando un negozio chiude e resta con merce in stock

Capita spesso: un negoziante che chiude o rinnova il punto vendita si trova con rimanenze di magazzino difficili da gestire. È il caso, ad esempio, di una titolare di Terni che ci ha scritto:

“Buongiorno, ho 329 pezzi di abbigliamento intimo e maglieria del negozio che ho appena chiuso. Si tratta di merce nuova con cartellino, marche come Carla Ferroni, Elgi, Pucci, Anis, Premode, Triumph. Posso sapere se possiamo trovare uno spazio di collaborazione?”

Un messaggio che inizia con “ho merce a stock da vendere” è comune. Ma dietro queste parole ci sono spesso aspettative alte e qualche equivoco su come si valuta davvero uno stock di abbigliamento.

Come viene calcolato (male) il valore di uno stock

Nel caso in questione, la titolare ha stimato la cifra così:

  • prezzo medio d’acquisto dei capi rimasti,
  • moltiplicato per il numero dei pezzi,
  • meno l’80% (quindi richiesta di circa 2.000 € su un costo originario poco oltre i 10.000 €).

Qui la “polemica” è necessaria: il prezzo di acquisto non determina il valore commerciale attuale. La valutazione corretta si fa sulla commerciabilità: tipologia, assortimento per taglia, stagione, omogeneità, logistica e velocità di rivendita. Confondere il valore contabile con la realtà del mercato porta a richieste fuori target.

Cosa contiene lo stock (estratto del packing list)

Categoria Pezzi Prezzo medio acquisto Totale
Pantaloni P/E 32 55,00 € 1.760,00 €
Pantaloni A/I 9 80,00 € 720,00 €
Jeans 14 32,00 € 448,00 €
Vestiti 11 35,00 € 385,00 €
Gonne 43 42,00 € 1.806,00 €
Camicie/Giacche/Cardigan/Casacche 44 38,00 € 1.672,00 €
Reggiseni classici Triumph 20 23,00 € 460,00 €
Reggiseni moda Triumph 34 25,00 € 850,00 €
Body classici Triumph 22 43,50 € 957,00 €
Guaine Triumph corte 9 18,00 € 162,00 €
Guaine Triumph lunghe 4 19,50 € 78,00 €
Pigiameria varia Triumph 19 17,50 € 332,50 €
Lupetto termico Triumph 7 14,00 € 98,00 €
Maglie donna lana/cotone Liabel/Varie/Triumph 10 4,50 € 45,00 €
Mutande uomo Sloggi / Varie 30 3,50 € 105,00 €
Sottoveste Triumph 9 14,50 € 130,50 €
Guaine microfibra Triumph 4 9,50 € 38,00 €
Canottiere uomo 8 4,50 € 36,00 €
Totale 329 10.083,00 €

Nota: tutta la merce è nuova con cartellino. Marche principali: Carla Ferroni, Elgi, Pucci, Triumph, Liabel, Anis, Premode.

Perché molti stock perdono valore

La composizione è tipica: molti articoli diversi in piccole quantità. Uno stock misto tra intimo e maglieria, uomo/donna ed estivo/invernale è difficile da collocare: manca la continuità di modelli e taglie necessaria a chi rivende. Inoltre, il fatto che i capi siano già riposti in scatoloni rende più difficile la verifica e la selezione, con ulteriore impatto sulla valutazione.

La dichiarazione “quasi tutto ultime due stagioni” è spesso ottimistica: quando un negozio chiude, restano anche capi meno recenti o a più lenta rotazione.

Chi può acquistare uno stock così

Un lotto di questo tipo interessa soprattutto ai venditori al dettaglio nei mercati, che lavorano su assortimenti ridotti e prezzi popolari per garantire rotazione. Ma perché l’operazione abbia senso per loro, il prezzo di acquisto deve essere molto più basso dei 2.000 € richiesti nella stima iniziale: altrimenti il margine si azzera.

Conclusione: il vero valore è la commerciabilità

Non contano solo quantità e marca: conta la commerciabilità complessiva. Uno stock nuovo ma eterogeneo vale meno di un lotto omogeneo, coerente e pronto alla rivendita. Se ti trovi in questa situazione, evita valutazioni “sulla carta” e chiedi una stima professionale.

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Domande frequenti

Come si stima il valore reale di uno stock?

Il valore di uno stock non dipende dal prezzo d’acquisto ma da quanto è commerciabile. Contano l’assortimento, la stagionalità, le quantità per modello e la velocità con cui può essere rivenduto.

Perché la richiesta di 2.000 € potrebbe non essere realistica?

Una richiesta può risultare eccessiva se il lotto è composto da articoli troppo diversi, stagioni miste o piccole quantità per modello. In questi casi il valore effettivo si riduce perché la rivendita diventa più lenta e complessa.

Ha senso fare una media di ogni pezzo in questo caso?

La media per capo può servire solo come riferimento, ma non riflette il valore reale. In uno stock misto ogni categoria pesa in modo diverso: ciò che conta è la commerciabilità complessiva, non il prezzo medio teorico.

Chi è l’acquirente più adatto per questo tipo di stock?

I lotti piccoli e misti interessano soprattutto ai venditori al dettaglio nei mercati o a piccoli stocchisti che cercano assortimenti vari a basso costo per rivenderli rapidamente.

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